La ricetta è stata ricavata dall’archivio della prima fabbrica del panforte nata a Siena, la Panforte Parenti, fondata nel 1829 da Giovanni Parenti.
Il panpepato nasce dal melatello che era farina impastata con l’acqua dolce, proveniente da quando venivano lavati i contenitori del miele. Si aggiunse nel tempo alla farina non più l’acqua proveniente dalla lavatura del miele ma vero e proprio miele, dando così vita a un altro pane: il pane Melato.
Dopo si iniziò ad aggiungere la frutta di stagione, soprattutto susine, uva e fichi che venivano aggiunti all’impasto tagliati grossolanamente. Cotte a temperatura dolce in modo da lasciare molto morbida questa pasta. La frutta aggiunta non subiva nessun processo di disidratazione, non erano ancora frutta candita, ma rimaneva molto umida.
Dopo qualche giorno questa frutta formava delle muffe che davano al dolce un sapore molto acidulo, forte. Così si iniziò a chiamarlo pane su Fortis.
La leggenda narra che a questo dolce, dopo il XIII secolo furono aggiunte le spezie. Per caso o per scelta ma questa nuova ricetta sì iniziò dal Monastero dei Montecellesi oggi Montecelso nei pressi di Fontebecci.
Molti documenti storici presenti negli archivi di molte città italiane scrivono che a partire dalla metà del 1300 il panforte è tra i dolci più apprezzati e appare nel menu delle grandi occasioni di molti corsi e palazzi nobiliari la ricetta originale di Siena prevede che ci siano 17 ingredienti, perché compaiono le noci, le nocciole ma anche acqua e fuoco, come 17 sono le contrade di Siena.
Dopo il 1800 aprirono a Siena le prime fabbriche di panforte nero o panpepato, il prodotto lascia i monasteri e le spezierie per fare un percorso più commerciale
Tutta la storia la trovate qui: http://www.nicolanatili.it/panpepato/
Altri panpepati della tradizione italiana sul sito del Calendario del cibo italiano, nella Giornata del Pan Pepato
PATRIZIA MALOMO
Non so tu, ma trovo la lavorazione del Panpepato e Panforte un vero lavoraccio.
Faticosa, rischiosa in molti passaggi, sia in quello che hai citato per lo zucchero, che quando si lavora il tutto mescolando per far amalgamare bene tutti i sapori. Ci vuole una forza nelle braccia da scaricatore…fatto una volta, ci ho poi rinunciato. Si trova così buono pronto nelle nostre pasticcerie 😀
Comunque chapeau per averci voluto provare e spero che il risultato di abbia convinta. Consiglio di assaggiarlo fra una settimana, quando l’amalgama avrà cominciato ad armonizzare ed i profumi saranno intensificati.
Un abbraccio cara Antonella.