La leggenda parla di un prete goloso che, nel ’700, si aggirasse per le campagne affamato. Si fermò in una locanda dove l’ostessa preparò un piatto colmo di gnocchi, preparati con erbe selvatiche. Il prete ne divorò un piatto, e poi un altro, e poi un altro ancora, finchè si strozzò. L’arrivo dell’ostessa lo salvò. Atterrò il prete costringendolo a sputare lo gnocco che certamente l’avrebbe strozzato.
Si fanno in molte regioni d’italia e prendono nomi differenti. I più diffusi sono Stangolapreti o Strozzapreti. E’ un piatto della cucina povera, fatti con le verdure locali che offre il territorio o il mercato, con l’aggiunta del pane raffermo. Prevalentemente fatti con gli spinaci, ma non solo.
Gnocchi, gnocchetti o pasta lunga, in tutti i casi qualcosa che potesse andare di traverso ai preti, noti estimatori del buon cibo, specie in periodi di carestia e fame quando la gente comune aveva poco da sfamarsi. La loro ingordigia li avrebbe puniti.
Contribuisco con questi gnocchi alla Giornata Nazionale degli Gnocchi, per il Calendario del cibo italiano.