……precedente
Acqua fresca, proveniente dal fiume Serchio scorre nel canale. Acqua fresca che fa andare la ruota del Molino, acqua per rinfrescare il cavaliere e il suo cavallo. E dai prati intorno erba fresca per rifocillarlo in attesa che vengano pronte le farine. “Questo posto è il luogo ideale per una sosta”, pensava il cavaliere, “sia per me che per il mio cavallo!”.
Era arrrivato all’Antico Molino di Piezza, in Garfagnana. I frati gli avevano parlato del Mulino e di Mastro Aldo Bacci, che con sapienza faceva andare la grossa ruota di pietra che macinava quasi esclusivamente il Formenton 8 file, un particolare tipo di granturco di gran qualità e dal sapore inconfondibile.
Sapeva che conduceva una vita dura: essendo un mulino alimentato ad acqua, spesso, dopo una piena del Serchio, chi abitava intorno al Mulino doveva andare a riparare gli argini del canale di presa e lo sbarramento fatto con i sassi del fiume; i lavori venivano eseguiti a mano ed in ogni stagione.
Aldo alle prese con macine, pale e farina si faceva aiutare da Alvaro, da sempre esperto e appassionato lavoratore agricolo. Saggio ed esperto, dalle mani callose e la schiena incurvata dalla fatica e dagli anni, oramai aveva dovuto abbandonare il lavoro nei campi, ma sapeva dispensare preziosi consigli sul “formenton otto file”, mais particolare e apprezzatissimo.
Il cavaliere aveva una lista di farine da portare al Convento che comprendeva non solo il Formenton, ma anche farine di Farro, la Verna, quella di Ceci e la farina di Castagne che erano appena state portate lì dopo l’affumicatura nei boschi alti.
All’interno del mulino quattro macine stavano lavorando a pieno ritmo; due per le castagne; una per grano,farro, segale, orzo e una per il granturco. Un leggero velo di farina ricopriva la superficie intorno alle macine, e il profumo che si sentiva era un misto di campi arati e di boschi autunnali.
Le macine andavano, spinte dall’acqua del canale. Ci sarebbe voluto del tempo per macinare le farine necessarie, il tempo giusto per bere un bicchiere di vino in buona compagnia e tirare via la stanchezza mangiando un piatto di polenta con il Formenton, che stava andando sui fuochi della vicina cucina, prima di ripartire e tornare al Convento.
Ma in poco tempo il tempo era cambiato, il cielo si era fatto nero, lampi e tuoni provenivano da Nord, forse avrebbe fatto bene ad affrettarsi… continua ……
Polenta di Formenton 8 File rosso con spezzatino
Mettere l’acqua, fino a 5 o addirittura 6 volte il peso della farina, per le polente più rustiche, che ne assorbono maggiormente, come il Formenton, e perchè a me piace morbida, servita all’onda.
Portate a bollore e salatela. Quando bolle, abbassate la fiamma al minimo e versate la farina a pioggia, mescolando con cucchiaio di legno o, meglio ancora, con una frusta.
Se, durante la cottura, la consistenza è più soda di quel che volevate, potete allungare la preparazione con altra acqua o latte, purché bollente e unirla poco a poco.
Lasciate cuocere rimestando in continuazione per circa 40/50 minuti, meglio più che meno. Mantecare con una noce di burro.
Per lo spezzatino
In un poco di olio extravergine, lasciare soffriggere la cipolla tagliata fine. Quando è appassita aggiungere la carne e lasciarla rosolare. Quando la carne ha preso colore aggiungere il pomodoro e lasciare cuocere a fuoco basso per il tempo di cottura della polenta.
Purtroppo non ho reperito ne cinghiale, ne lepre che ben si sarebbero accompagnate a questa polenta e ho preparato lo spezzatino con la carne bianca di tacchino.
Questa storia nasce da un week end in Garfagnana per un Workshop tra gnocchi e scrittura e fotografia, organizzato dalla Comunity Mtchallenge. Tre giorni intensi di condivisione, di esperienza e conoscenza di un territorio splendido, ricco. Prodotti e produttori, ricette di gnocchi cucinate insieme per incontrare e conoscere non solo virtualmente alcune partecipanti alla comunity, in un ex convento.
sabrina
Che bella Antonella la tua ricetta. Ha proprio colori e sapori della Garfagnana. Abbiamo fatto davvero una bella esperienza. Oggi tutti questi ricordi, io ho già voglia di tornarci.
admin
Si, occasioni indimenticabili! speriamo in un nuovo giro.
Giuliana
ciao Antonella, che nostalgia di quei giorni! Speriamo si possa ripetere presto. E’ stato un piacere condividerli con te e tutte le altre:
Un abbraccio. Giuli
admin
anche io spero in una seconda occasione!
Grazie a tutte voi!
antonietta
Antonella quel profumo di campi arati e boschi autunnali lo sento anche qui
Come sento anche il profumo della tua polenta
Manu
Il formenton grano antico da profumo inconfondibile, che bello il viaggio che ci state raccontando e che meraviglia poter vedere il grano diventare farina.
Grazie anche per la fumante polenta
gaia
quante cose che si scoprono, accompagnati dal cavaliere!!
il formenton, per esempio!
Chiara
Ricetta meravigliosa!Anche io ho un pacco di farina di Formenton da utilizzare presa quel fine settimana in Garfagnana. È stata davvero una bella esperienza, che rifarei all’istante!un abbraccio, Chiara
acquaviva
senza di te, sinceramente, il tour non sarebbe stato lo stesso.
Gli gnocchi, il cavalier, l’arme, il convento | Ricetta ed ingredienti dei Foodblogger italiani
[…] Gli gnocchi, il cavalier, l’arme, il convento Creato da CucinoIo !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src="//platform.twitter.com/widgets.js";fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,"script","twitter-wjs"); VAI ALLA RICETTA […]
flaminia
ma lo sai che ho letto che il formenton viene coltivato insieme al fagiolo giallorino?! devo assolutamente provarlo in accoppiata con la tua polenta! giorni indimenticabili quelli in garfagnana.
Mai Esteve
Antonella, è stata una sperienza bellissima scoprire una terra così fruttuosa assieme una compagnia di persone stupende, piene di curiosità e voglia di fare!
La formentone mi è rimasta nel cuore come del resto! Credo che questa tua polenta sia un tributo eccelente alla Grafagnana!
besos